RICORDO
DEDICATO A UN MAESTRO LETTORE
LA SCOMPARSA DI GIUSEPPE PONTREMOLI
Un lutto ha segnato il mondo della letteratura per
ragazzi: il 9 aprile scorso ci ha lasciato Giuseppe Pontre moli, maestro elementare, autore apprezzato di libri per ragazzi, esperto di lettura e delle problematiche che la riguardano. Era nato a Parma nel 1955 e si era occupato di lettura, di racconto orale, di
rappresentazioni dell'infanzia nella letteratura, di problemi
educativi, collaborando a varie riviste. Aveva scritto:
È necessario che dietro il
raccontare, prima del racconta re, ci sia qualcosa di enorme, come il senso della propria esistenza. Si può chiamare amore, dolore, Dio - ognuno ha la propria storia
-
È essenziale che la rivelazione sia mantenuta viva; con passione, con disponibilità a stupirsi e a rinnovare lo stupore.
Per i ragazzi ha scritto un romanzo, II mistero della collina,
pubblicato da Giunti, nel 1994, narrato da due diversi protagonisti che forniscono le tracce utili a far luce sulla scomparsa di una persona e una raccolta di poesie e filastrocche, Rabbia birabbia, pubblicato
dal le Nuove Edizioni Romane nel 1991, una delle più belle raccolte di poesia per i ragazzi di questi ultimi anni, che si avvale del controcanto visivo degli
straordinari disegni di Franco Matticchio. Le poesie nascono da un'abilità nel giocare con le parole e con le
situazioni: dai luoghi comuni delle favole (il lupo che ha freddo, il fantasma che si prende il raffreddore, lo spaventapasseri che vuole volare) al gioco delle
allitterazioni.
Ha anche curato, egregiamente, nel 1995, per
Einau di Ragazzi, la nuova edizione dell'unico libro per l'in fanzia di Eisa Morante,
Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina e altre storie. Del resto la
pas sione per la letteratura dedicata ai ragazzi lo ha sempre guidato, come emerge anche dai suoi articoli
sul la rivista "Linea d'ombra" e dalla rubrica "Leggere negli anni verdi", tenuta a lungo su
"école".
Giuseppe Pontremoli ci ha lasciato, consegnando ai suoi lettori uno dei libri più belli sulla lettura che siano stati scritti negli ultimi anni, un libro che ora possiamo leggere anche come un accorato testamento. Si
intito la Elogio delle azioni spregevoli ed è stato pubblicato all'inizio di quest'anno dalla piccola casa editrice
par tenopea L'ancora del mediterraneo (una recensione di questo volume compare in questo stesso numero a
cu
ra di Fernando Rotondo, p. 37). Oltre alle questioni relative alla lettura e al racconto orale, Pontremoli nel
li bro traccia una sua autobiografia costruita sul vissuto rivolto, più che ai fatti, ai valori in cui ha creduto, con passione e con verità e nel libro comunica proprio
que sto sentimento, rigorosamente morale, della autentici tà della propria esperienza.
È una autobiografia vivace, ironica che sviluppa la critica attraverso il racconto delle storie e dei libri. Una bella definizione del libro stesso ce la offre Pontremoli nella breve introduzione alle note al testo:
Come tutte le creature, anche questo libro ha
probabilmente una propria natura, ma quale essa sia a me non è dato sapere. Assalito da furore definitorio, mi viene da
azzardare che esso possa essere, o sia, un viaggio per le acque e i cieli e le terre del Bosco delle storie, cioè di mille e mille isole di tesori. Mi piacerebbe molto allora che ci
fosse una mappa, magari abbellita da velieri e sirene e balene con lo zampillo: a me però è precluso il dono sublime di tracciare i segni dei sogni, e così nelle pagine seguenti non posso che limitarmi a nominare i sentieri, le paludi e le
oasi che hanno costellato il cammina cammina.
Così il libro diventa un resoconto di questo
"cammino". Le parole ricorrenti che ritroviamo sono: passione, libertà e verità, allegria e vivacità che connotano aspetti pedagogici, ma danno valore ad
un'esperienza che ha voluto far sì che la lettura diventasse
lezione di vita, "gratuito darsi e dirsi, appassionato spendersi, giocarsi".
Del resto così spiega, nel libro, il valore del racconto:
Raccontare storie ai bambini, cioè aiutarli a crescere,
aiu tarli a imparare a vivere. Vivere, crescere. Non: sopravvivere; non: trascinarsi; non: adeguarsi all'esserci
consentendo comunque. Vivere e crescere - e cambiare, quindi.
C'è il senso profondo di una lezione pedagogica nel
frequentare i libri di Giuseppe Pontremoli, ma soprattutto la necessità di creare, attraverso la lettura, un sistema di valori. È questa la sua lezione più grande. Sta in questo
rileggere tutte le in novazioni relative all'educazione alla lettura, attraverso le indicazioni
pedagogiche di Pasolini e Don Milani, la grande novità di questo suo ultimo libro.
Così possiamo ricordarlo con un'altra citazione che riassume il suo pensiero: "A me sembra che -
misteri della pedagogia - avendo a
che fare ogni giorno con i bambini si impari più che mai che i
conti veri e profondi, vanno fatti, innanzi
tutto e dopotutto, con la paura e con la gioia.
E così il mio cuore pedagogico è il continuo pulsare di una frase di Henrich Heine, 'Da ragazzo tanto lessi che non ebbi più paura di
nulla", e una di Elias Canetti, 'Senza libri tutte le gioie marciscono'. Inoltre sono
venuto a sapere da Heinrich Boll che 'leggere fa pensare, può farti libero e ribelle', e anche solo questo a me potrebbe bastare".