Rubrica Leggere gli anni verdi

Memorie incantate e rondini dell'anima

su ècole ottobre 1993

                                                                                                                     

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 «Perché noi possiamo anche non amare noi stessi, ma non potremo mai non amare la nostra fan­ciullezza», scriveva Silvio D'Arzo. Verità principe, direi, perché tra boschi, animali, suono dell'organo in chiesa, case stregate, radure dei folletti e delle fate, nevi da fiaba, e fiabe e fiabe e fiabe, ho della mia fanciullezza una memoria piena d'incantamenti, cioè di aperture di un particolare cassetto da parte della rondine dell'anima. lncantamenti e aperture in cui hanno giocato molto le letture. Letture d'ogni tipo, da un paio di enciclopedie alle vite dei santi, dai libri di mia sorella maggiore a libri sottratti ai miei genitori (tra questi, indimenticabile, I miserabili). Letture d'ogni tipo, dunque, ma soprattutto libri delle edizioni Mursia. È in esse, infatti, che ho letto i libri di Stevenson, della Burnett, London, Twain, Dickens, Kipling, Verne... È con queste edizioni che mi sono regalato porzioni gigantesche di felicità, cioè spalancamenti del già menzionato cassetto.

Erano libri grandi, con poche illustrazioni e copertine rigide, perlopiù provenienti dal prestito del Centro di Lettura, un 'istituzione nei confronti della quale coltivo una memoria devota che è però un miscuglio di gratitudine e rabbia - e quest'ultima per la reiterata, frustrantissima frase che mi ha raggelato un numero incredibile di volte: "No, quel libro lì non va bene per te, sei ancora piccolo". Oggi, quando non ci sono più né la mia fanciullezza né il Centro di Lettura di quel piccolo paese, quei libri Mursia esistono ancora, con copertine rigide e poche illustrazioni, e portano stampigliata in copertina la dicitura "edizione integrale".

Il pretesto per ricordare pubblicamente i miei trascorsi con la collana "Corticelli" - sulla quale, essendo troppo forte il portato emotivo, non mi riesce di fare un discorso critico (e comunque certe copertine mi sembravano brutte già in quel tempo lontano; inoltre bisogna dire che certe indubitabili bruttezze non sono maggiori di quelle che caratterizzano numerose collane recenti) - è fornito dalla nascita recente della sua versione economica, i "Tascabili Corticelli", avviata con Stevenson, Carroll, Kipling, Giulio Cesare Croce, Baum, Dickens, Wells, Poe... Il che è come dire garanzie di aperture ripetute di quell'ormai famoso cassetto.

E chi, su quest'ultimo, voglia sapere di più, si procuri di corsa un altro libro Mursia, della collana “Il giardino” La rondine dell' anima, di Michal Snunit, tradotto dall' ebraico da Elena Loewenthal e Sarah Kaminski, traduttrici anche de Il libro della grammatica interiore di David Grossman (Mondadori 1992), Libro quest 'ultimo, straordinario, e infinitamente prezioso anche per capire molto degli “anni verdi” – nonché della infinità complessità delle rondini dell’anima, del loro abracadabrantesco fluttuare.