Rubrica Leggere gli anni verdi
su ècole ottobre 1992 |
***********************
Guarda,
a scrutare da qui, dalle mefitiche pianure di Padania, e per di più andando
in direzione dell'inverno, è nient'altro che nebbia quel che si vede
incombere. Nebbia di consistenza catramosa, "e, quel ch'è peggio,
verso qualunque dove. Se guardi verso nord, là dove tuona la voce rutilante
del Dio Marco, vedrai sventrate le tombe degli ebrei; e vedrai vietnamiti
bruciare, e turchi e africani avvolti nel bagliore dei fuochi appiccati ai
loro tuguri; e vedrai zingari andare, e non certo perché figli del vento
liberi erranti come il padre loro, ma piuttosto perché coattivamente cacciati
verso là, verso le cupe terre di Dracula. E se guardi a levante potrai vedere
i lager, e pure i funerali bombardati, e sentirai che il dio che li ispira e
protegge si chiama con il nome ributtante di Pulizia Etnica - e pane non ne
hanno, e men che mai companatico, ma armi ne hanno tutti, eccome se ne hanno.
E anche verso sud, a guardare si vede solamente la morte, nata dal cibo che
manca e dalle troppe armi, e nutrita dal cibo che continua a mancare anche
quando ci sia, e dalle armi usate soprattutto a impedire che il cibo possa non
più mancare. E in quel radioso ovest che un tempo illuminò la ragione o in
quello che al bene supremo ha eretto persino La statua, se
guardi puoi vedere sventrate le tombe degli ebrei, e per esempio un Uomo che,
per sentirsi apprezzato ed amato, sostenuto e voluto come guida, rassicura i
suoi sudditi con promessa solenne di far guerra davvero a qualunque diverso:
si trovi esso vicino, lì nella stessa strada o stessa casa, oppure ben
lontano, per esempio laggiù, laggiù dove c'è il Golfo e la città incantata
di Bagdad - città che io, come molti, fino a qualche tempo fa sapevo essere nient'
altro che dimora del Califfo Harun-al-Rashid, delle Mille e una notte, insomma
epicentro del sisma delle storie. (Vinicio Ongini, maestro elementare a Roma,
scrive: "Per i bambini di oggi la parola 'Bagdad' significa guerra,
bombe, Saddam Hussein, missili ecc. Per i bambini di ieri e per me, 'Bagdad'
era - appunto, 'era' - il califfo, i tappeti volanti, le Mille e una notte, le
carovane di cammelli, le odalische, i turbanti... Questa parola non tornerà
più come prima. È una ferita irreparabile. Un missile è caduto sulle fiabe.
Un luogo della fantasia è stato raso al suolo"). E
qui da noi, nell'opulenta palude di Padania, dove anche Ongini è nato? Oh,
anche qui ci si difende bene. Se guardi, vedrai sventrate le tombe degli
ebrei, nonché insistentemente violentate le loro vite e le loro memorie;
vedrai teste rasate in esibita violenza antisemita e razzista; e vedrai teste
magari non rasate ma con dentro i medesimi succhi; e se apri un giornale e
trovi scritto "Mantua" non è il caso di illudersi: non è Virgilio,
infatti, bensì uno degli ululati di esultanza per una vittoria elettorale di
qualche "Lega" di Lombardia e dintorni.
Sì.
Nebbie, dunque, fitte da potersi tagliare col coltello, e contro le quali è
solo necessario attrezzarsi. Un utile strumento per affrontarle l 'ha approntato
proprio Vinicio Ongini,che ha pubblicato presso l'Editrice Bibliografica,
nella collana "Quaderni di Sfoglialibro", un agile libretto
intitolato La biblioteca mutietnica. Il libro (che si caratterizza anche per
la copertina, di un colore giallo inequivocabilmente antinebbia) è diviso in
brevi capitoli che formano un ampio repertorio di indicazioni di lettura delle
diverse culture e sulle tematiche ad esse connesse; percorsi di lettura
articolati in sezioni "per i bambini", "per i ragazzi",
"per gli adulti", "per saperne di più", con l'obiettivo
di cercare di capire come la lettura, i libri, le storie possano "aiutare
i bambini stranieri a non perdere le loro radici e i bambini italiani a
'scoprire' la differenza" dalle altre culture e la loro ricchezza. Il Ongini è anche l'autore (insieme a Francesca Lazzarato) dei primi due libretti della collana "Fiabe junior" della Mondadori: L'erede dello sceicco, storie del Maghreb, e L'uomo che amava i draghi, storie cinesi. Anche questi due libretti, articolati in una prima parte di fiabe, favole e leggende e in una seconda di informazioni minime sulle aree geografiche cui appartengono le storie, sono strumenti utili; strumenti che, in questo caso, sono interamente fruibili anche da parte dei bambini piuttosto piccoli; i quali, forse, sono davvero i soli adeguati a fronteggiare e contrastare le nebbie: sanno infatti godere delle storie senza chiedersi da dove vengano e cosa mai significhino, sanno insomma volare più in alto anche del più alto e del più radicato pregiudizio. |