Nacque
un tempo, e visse per un certo numero d'anni, una collana di libri per
ragazzi che aveva un nome bellissimo. La collana però faceva schifo.
Aveva un nome bellissimo e pubblicò anche
alcuni titoli straordinari come Pinocchio e le Storie proprio così
di Kipling: eppure faceva schifo. Sì, perché quella signora collana
pubblicava tranquillamente titoli così e si chiamava "Topo di
biblioteca", ma gli oggetti che pubblicava forse venivano anche molto
usati nelle scuole ma certo non erano libri che si potessero leggere.
Infatti, alla fine di ogni capitolo, c'erano le solite "schede
didattiche", questionari, note, suggerimenti per ricerche, problemi
aritmetici, e via orripilando. E questo non solo alla fine di ogni capitolo,
ma anche all'inizio, a metà, a tre quarti, tre quarti e un po', giacché
non c'era pagina che non fosse infestata di note, e per di più
preannunciate da croci, asterischi, triangoli, tondini e tondoni neri,
terroristici quanto l'implacabile "bollo nero" che dannava i
pirati de L'isola del tesoro. Insomma, non una collana di libri da
leggere, ma un intollerabile incubo dal nome bellissimo.
E così, quando, qualche tempo fa, ho saputo
che le edizioni Piemme avrebbero varato una nuova collana per ragazzi
corredata di schede didattiche, l'incubo è ricomparso, soprattutto al
pensiero che anche questa collana avrebbe avuto un nome molto bello:
"Il battello a vapore". Ora però l'incubo non c'è più: se ne è
andato alla vista dei libri. Questi infatti sono dei bei tascabili dalle
copertine vivaci, di colori differenziati a seconda che si tratti di titoli
consigliati a partire da 7, 9 o 12 anni, e in essi non compare alcuna scheda
didattica (esistono, in qualche modo, ma nel "catalogo-guida"
della collana, non nei libri, e si tratta quindi di strumenti che possono
arrivare ai ragazzi soltanto qualora questi abbiano a che fare con adulti la
cui determinazione persecutoria, sia sul versante infanticida sia su quello
letturicida, sia veramente senza limiti).
Fra
quanto pubblicato fino ad ora voglio sottolineare la presenza di autori come
Tormod Haugen, Mino Milani, Christine Nostlinger, Mira Lobe, e segnalare in
particolare, per ragioni diverse, alcuni titoli.
Guglielmo e la moneta d'oro, di Mino
Milani, perché è una bella storia avventurosa da cui emerge l'idea - non
nuova e però mai ribadita abbastanza - che la vera sanità mentale abiti
nei ragazzini e negli adulti devianti, i soli non minati dalla foga del
possesso (e inoltre perché Milani è autore delle indimenticabili storie di
Tommy River).
In attesa della prossima estate, di Tormod Haugen, perché è un
romanzo di grande consapevolezza dei furti di gioia e delle asperità
disseminate lungo i pericolosi versanti del vivere; doloroso e impietoso e
forte psicologicamente e sociologicamente (ma perché non dire in quarta di
copertina che dello stesso Haugen si può leggere in italiano l'ancor più
bello - ancorché più angoscioso - Gli uccelli notturni, edito da
Salani?).
Ultima
segnalazione "speciale": Fra Pierino e il suo ciuchino, di
Juan Munoz Martin. Si tratta di una storia simpatica e divertente, una
storia sbrindellata di frati sbrindellati raccontata al ritmo delle
"comiche". Ma la ragione principe di questa mia segnalazione è
che si tratta di una storia in cui finalmente compare in posizione di
rilievo - viene anche fatto frate - un'asino, l'animale più bello e più
perseguitato della Terra, l'animale più dolce e più vilipeso, più lontano
dal potere e più forte interiormente, l'animale più poeticamente nobile e
più anarchico.
"Il battello a vapore" è
denominazione che deriva direttamente da quel grandissimo narratore che è
Mark Twain, ottimo nume tutelare per una iniziativa che proponga storie ai
ragazzi - e Mark Twain scriveva in Wilson lo svitato: "Non c'è
persona, per quanto squisita e gentile, che non possa essere distrutta dal
ridicolo, anche se insulso e a buon mercato. Prendete l'asino, per esempio:
il suo carattere è quasi perfetto, è lo spirito più nobile tra gli
animali più umili, eppure guardate come lo ha ridotto il ridicolo. Invece
di sentirci lusingato quando ci danno dell'asino, restiamo dubbiosi".
Grazie
a Mark Twain, tra le anguste St Petersburg e le incantate isole di Jackson
scorrono innumerevoli acque di innumerevoli
Mississippi.
E qui, in queste acque ad un tempo
perennemente placide e vorticose, partono ad ogni ora, della notte e del
giorno, le intricate rotte dei battelli a vapore. Innumerevoli Huck e Tom le
guardano le prendono le seguono le perdono, e anche ne tracciano di nuove.
Ora, per gli Huck e i Tom di oggi, ci sono anche le nuove rotte di questa
nuova collana: e l'auspicio e l'augurio è che essa continui, tenendosi però
il più possibile lontano dalla scuola - e facendo sparire dal frontespizio
dei libri quelle fastidiose patacche che accompagnano i nomi degli autori
strillando le loro titolarità di premi e di premiesse, informazioni che non
interessano ai bambini, i quali hanno voglia e bisogno di storie, di belle
storie, e nient'altro. Diceva il grande mago Isaac Bashevis Singer, in un
'intervista pubblicata in Tra due oceani (Linea d'ombra edizioni,
1991): "Se dice a un adulto che un libro è stato scritto da
Shakespeare, o da Milton, noterà che i nomi di Shakespeare e di
Milton lo ipnotizzeranno. Inevitabilmente considererà
il libro bello. Ma per un bambino un nome non significa nulla; il nome
dell'autore non gli interessa. (...) un bambino si lascia guidare solo dal
proprio gusto, e in questo senso il bambino è un lettore perfetto".
L'auspicio
e l'augurio dunque è che "Il battello a vapore" continui a
camminare camminare - ripeto: rigorosamente alla larga dalla scuola e dalle
vacuità - ; e forse, visto il forte legame con l'editoria spagnola,
potrebbe anche succedere che ci dia finalmente la possibilità di leggere le
storie per ragazzi di un grande narratore basco, Bernardo Atxaga, del quale,
intanto, tutti gli adulti che non siano insensibili al piacere e che si
vogliano bene, potrebbero leggersi un bellissimo libro di storie pubblicato
nel 1991 da Einaudi: Obabakoak.