Sabato 11 dicembre, alla libreria Pendragon di Bologna, le Voci hanno presentato il libro di Giuseppe Pontremoli, "Elogio delle azioni spregevoli". |
LE
AZIONI SPREGEVOLI DEL MAESTRO PONTREMOLI
Sabato 11 dicembre, alla libreria Pendragon di
Bologna, le Voci hanno presentato il libro di Giuseppe Pontremoli,
"Elogio delle azioni spregevoli". Il libro è uscito per le
edizioni dell'Ancora del Mediterraneo, nell'aprile 2004, pochi giorni
prima della morte dell'autore (la
recensione delle Voci). Le Voci considerano questo libro uno dei punti di partenza del mestiere di insegnante. *************************************
Sabato pomeriggio in libreria. Scaffali colorati, cubi di libri con le
ruote, citazioni sul léggere appese a grandi caratteri, il fruscio
tutto particolare del nastro che si arriccia per i pacchetti regalo,
alla cassa (cibo per la mente!).
Quattro persone a parlare, un volume in mostra sul tavolino ed altre
quattro copie dello stesso libro in mano: ad aprirle, sottolineature,
commenti a matita. Sarebbe interessante, una mostra di copie diverse
dello stesso libro, con le note dei proprietari lettori… come la
lettura si trasforma in testo personale… ci si potrebbe pensare.
Magda dice: siamo qui per raccontare un libro che racconta di libri, di
storie, di bambini e di maestri. Vogliamo raccontarlo perché siamo
convinti, come dice Guimaraes Rosa, che tutto è ancora più grande
quando si ascolta una cosa raccontata. Il maestro Pontremoli dice che le
storie sono il crogiuolo di una grande forza, sono al tempo stesso il
percorso e la meta. E interrogandoci su quali storie abbiano questo
potere, ci chiediamo con Tammuz se davvero non sia una stupidaggine
mettere differenze tra un libro per bambini e uno per adulti. Milena
Bernardi che insegni letteratura per l'infanzia all'università, la sai
la differenza?
Milena dice che no, la differenza non è così importante, e poi
prosegue: non credo alle coincidenze e me ne è accaduta una - proprio
oggi ho trovato qui il libro che cercavo da tanto. È una storia che sta
in un film, "Mystic river". C'è un padre che legge un libro
al figlio, di sera. Ecco, questa lettura serale, contro il buio della
notte, è una grande cosa. È quel che dice Auster citato da Pontremoli
- non ve lo racconto perché non si può raccontare - "il bisogno
di storie per un bambino non è meno vitale del bisogno di
cibo…". Il desiderio narrativo è la forza di cui è pervaso
questo "elogio", circola da ogni parte e il libro è una
grande cornice che lo contiene. È un bosco di storie, un libro di
compagnia.
Magda dice che è proprio adatta l'immagine dei sentieri nel bosco; e
legge: perché "leggere è inoltrarsi nel cammina cammina. Leggere
è aprirsi alle domande. Leggere è cancellare il prezzo del tempo.
Leggere è esporsi, è mettersi in gioco."
Andrea dice: sento pudore, riserbo a parlare di Giuseppe; perché tra di
noi c'era un gioco di non detti, di consonanze silenziose tipiche della
complicità maschile.
E quelle pagine Andrea Bagni legge.
Magda fa partire la registrazione dell'intervista trasmessa alla radio
l'anno scorso, nel programma Fahreneiht: si trova nel sito di Alberto
Melis, amico di Giuseppe e altro maestro-raccontatore di storie.
Quella voce registrata mette emozione; e Magda chiede a Cinzia Quirini,
maestra elementare, di mettere in campo la sua voce fresca, vivace,
quella che i suoi alunni ascoltano ogni giorno nella lettura.
Cinzia dice: da che sono diventata maestra ho cominciato a girare per
classi facendo laboratori di lettura; e dopo un po' mi cercavano le
colleghe per chiedermi cosa avevo letto di bello ai loro alunni…
Magda dice: questo "elogio delle azioni spregevoli" non si
vorrebbe mai chiuderlo, tanto è pieno di storie e di letture. Ma certo
in questo momento trovo appropriata la citazione che Pontremoli fa di
Meneghello, in "Libera nos a malo", quando il piccolo piange
con la sua bambinaia perché una bella giornata è finita. C'è in noi
la consapevolezza adulta che "questo giorno qui", il giorno
felice, non possa tornare - contro alla ribellione del bambino che non
può accettarlo; ma poi in noi lettori sorge la riappacificazione del
sapere che "questo giorno qui" torna nel racconto.
Milena allora vuole chiudere proprio con una storia, quella del vecchio
Tolstoi e del giovane Gorkij che va a imparare da lui, e del fatto che
mentre Tolstoi moriva, sulla panchina della stazione, i treni
rallentavano per non disturbare…
Ci fermiamo anche noi. Forse questo sabato pomeriggio non è andato così.
Forse non ci ricordiamo bene e abbiamo inventato. Forse bisogna
ricominciare. Come facciamo? Apriamo una pagina dell'elogio… "È
qui, credo, il nodo vero: nel cercare la voce. Ricominciando sempre,
senza rassegnazione…" |