Roberto Denti

Perché non essere allegri?

su A Rivista Anarchica - Estate 2005

                                                                                                           

    

Nel mese dell’inverno,
quando c’è freddo e gelo
vogliamo intorno al fuoco
far risate e canzoni
parlare con gli amici
e dipingere il cielo
dedicarci all’amore
non avere padroni.
(1)

Comincia un anno nuovo: anche se ci sono cambiamenti nel passaggio dalle stagioni, gennaio rimane un mese freddo e in molte zone del nostro Paese la neve imbianca non soltanto le montagne ma anche le pianure e le case. Con il primo giorno – che ci distacca dai mesi trascorsi, da un recente passato con esperienze liete o tristi – si possono fare i propositi di vita che ci accompagneranno per lunghi giorni. Il tempo passa in fretta ma sentiamo il bisogno di condizionarlo, di non essere soggetti passivi rispetto a ciò che accade intorno a noi.
Perché innanzitutto non essere allegri?
Allora abbiamo bisogno di amici con i quali parlare e ridere, perché la solitudine può portarci tristezza senza conforto e nessuno che ci aiuti a superarla. In compagnia di altre persone è più bello guardare il cielo e provare a cambiare il colore dell’azzurro dai toni più tenui a quelli più profondi. O saper accettare nuvole grigie pesanti di pioggia. Se non restiamo soli, oltre all’amicizia possiamo trovare l’amore di chi entra in sintonia con i nostri pensieri e le nostre emozioni: possiamo affrontare il mondo che ci circonda e non ci piace e lottare per modificarlo. Un mondo dove chi detiene il potere si guarda bene dal capire e soddisfare i nostri bisogni e le nostre esigenze.
Allora, tutti uniti, siamo in grado di opporci “a chi ci comanda, a chi ci punisce, a chi ci ammaestra, a chi ci insulta, a chi ci deride, a chi ci lusinga, a chi ci inganna, a chi ci disprezza” (Marcello Bernardi). In un mondo nuovo e diverso non è utopia la sicurezza di essere uomini liberi.
Queste considerazioni sono suggerite dalle otto righe della poesia di Giuseppe Pontremoli, le cui capacità di sintesi erano una delle caratteristiche della sua profonda cultura e della sua meravigliosa fantasia creativa.

Roberto Denti

1. Giuseppe Pontremoli: Ballate per tutto l’anno e altri canti, Nuove Edizioni Romane, 2004.