Ted Hughes, come l'acqua prese a giocare

rubrica Leggere negli anni verdi

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Adesso anche Ted Hughes è andato via, ha trovato la "strada di casa". E io su questa pietra voglio ricordare quale grande narratore di storie, quale Tusitala egli sia stato e sia; quale sferzante e danzante acqua della vita sia stata e continui a essere la sua poesia. Robert Louis Stevenson non me ne vorrà se prendo gli ultimi due versi della sua iscrizione tombale e li incido qui, su questa pietra per Ted: "Dal mare è giunto in porto il marinaio / dal colle il cacciatore è ritornato".

Ora non ci resta che aspettare le poesie sul mare di The Mermaid Purse - e quelle Birthday Letters dedicate a Sylvia Plath che, oltre a essere splendide poesie, costituiscono la prova di quante sciocchezze siano state pronunciate negli ultimi trent'anni a proposito dei rapporti tra questi due grandi poeti. Nel frattempo possiamo leggere e rileggere otto suoi libri "per bambini" pubblicati da Mondadori e Pensiero-volpe e altre poesie, l'unico libro "per adulti" (ma questo solo in biblioteca, essendo uscito nel1973 per la traduzione di Camillo Pennati e ovviamente introvabile) che la Mondadori abbia edito, nonostante detenga i diritti su tutta l'opera e abbia più volte annunciato la pubblicazione di altri titoli, come per esempio Moortown.

Sì, Ted Hughes ha scritto libri "per bambini" - ne ha scritti parecchi; e bellissimi. In italiano, dopo la pubblicazione nel 1977 presso Rizzoli di L'uomo di ferro e nel 1981 presso Emme di La balena e altre storie, sono usciti, tutti da Mondadori, L'uomo di ferro (1988, tr. di Uva Tron), Storie del mondo primitivo (1989, tr. di Francesca Lazzarato), Com'è nata la balena e altre storie (1992, tr. di Glauco Arneri), Nessi il mostro senza complessi (1993, tr. di G.Arneri), Tzanne il vampistrello e il bacio di verità (1993, tr. di .Francesco Saba Sardi), La donna di ferro (1994, tr. di Riccardo Duranti), La Scacciasogni (1996, tr. di Riccardo Duranti), Rufo e Macchia (1998, tr. di Angela Ragusa).

Sono tutti libri di forte inventiva e di grande spessore simbolico, e mi sembra che si possa dire di Hughes quel che egli stesso trent'anni fa disse di Isaac Singer: "la prima peculiarità che viene fatto di osservare è l'enorme, direi riuscitissimo sviluppo della sua visione. La sua caratteristica più importante, quella che determina la strategia fondamentale che lo guida nella maniera di trattare l'argomento, è un'immaginazione poetica che tende verso situazioni simboliche". In quella sorta di trilogia delle origini, creation tales, costituita da Storie del mondo primitivo, Com'è nata la balena e La Scacciasogni, Dio, tanto fantasioso quanto sbrindellato, lavora nel suo laboratorio modellando i nuovi abitatori del mondo: uomo, cavallo, passero, pavone, elefante, gatto, e così via. Certe "creazioni" sono piuttosto semplici, come quella dell'Uomo; per altre, invece, la faccenda è un po' più complessa e fitta di imprevisti. In una storia succede che l'Uomo veda Dio frugare ostinatamente in un buco ed estrarne un piccolo essere: "- Un Tritone - disse Dio. - Molto divertente. Me lo sentivo. Lo sapevo che doveva esserci qualcosa, laggiù, ma non credevo... Bene, bene, benissimo!" E alla domanda dell'Uomo se si tratti della sua ultima creatura: "- Difficile a dirsi - ri spose Dio, guardando negli occhi il Tritone. - Forse è qui già da un po' di tempo. Certe creature richiedono un mucchio di lavoro, ma altre si limitano a comparire, già belle pronte. Non è strano? - E non potrebbe darsi che sia qualcun altro a crearle? - suggerì l'Uomo, con aria interessata. Ma Dio si voltò e lo guardò con occhi così furibondi" che l'Uomo preferisce cambiare discorso - discorso che poi porterà alla stupenda nascita dal mare del cavallo, desiderato e concepito come compagno di giochi della Donna.

In queste storie il mondo comincia, e tutto è ancora possibile; e si entra a far parte del mondo per mano del caso e della necessità, della fantasia e della ragione, del desiderio e dell'ostinata ricerca, della veglia e del sonno, dell'amore e dello stupore, e dell'invidia, anche. Il mondo comincia, e ci sono anche l'Uomo, e la Donna, e Bambino e Bambina, e Dio e sua madre, ma nessuno di loro è per il mondo un perno sul quale ruotare; vanno invece ruotando "anche loro, di volta in volta felici o attoniti, sereni o pervasi da oscuri terrori.  Sono tutti molto belli, e importanti, i libri di Hughes, perché con essi ha realizzato il miracolo di una scrittura lontana dal banale e dall'oscuro, pienamente comunicativa e intensamente evocativa, carica di suono e di senso; una scrittura che colloca a pieno titolo Ted Hughes accanto a Stevenson, a Kipling, a Kenneth Grahame, a Isaac Bashevis Singer, nella dimensione un po' mitica di coloro che hanno saputo scrivere per tutti e trascendono il tempo storico, non già interpreti di un Dove e di un Quando bensì Voci dell'Ovunque e del Sempre.

Mi piace pensare ora a Ted Hughes adagiato sul fondo di tutte le cose, completamente sfinito, completamente limpido, come l'acqua di una sua splendida poesia intitolata Come l'acqua prese a giocare: "Lacqua voleva vivere / andò al sole ritornò piangendo / l'acqua voleva vivere / andò agli alberi essi la bruciarono ritornò piangendo / essi la fecero marcire ritornò piangendo / l'acqua voleva vivere / andò ai fiori essi la frantumarono ritornò piangendo / voleva vivere / andò al grembo v'incontrò sangue / ritornò piangendo / andò al grembo v'incontrò coltello / ritornò piangendo / andò al grembo v'incontrò larve e marciume / ritornò piangen do voleva morire / / andò al tempo attraversò la soglia della pietra / ritornò piangendo / andò in cerca del nulla per tutto lo spazio / ritornò piangendo voleva morire / / sino a che non le rimase più lacrima / / si abbandonò sul fondo di tutte le cose / / completamente sfinita completamente limpida".