Ebbene,
sì: è veramente dura. Uno coltiva dei valori - magari per degli
anni, dei decenni - e poi basta un postino e precipita tutto. Tra
l'altro, valori come l'amicizia, come la curiosità intellettuale,
l'apertura - mica scherzi, insomma. Mettiti comodo che adesso ti
racconto. Ecco, ero qui, proprio nella stessa posizione in cui mi
trovo adesso, e stavo scrivendo per questo stesso pezzo. In
sottofondo Schubert, lì la gatta addormentata. Alle spalle una
discarica di libri da lasciar perdere - guarda pure, ce ne sono in
mezzo anche dei carini, con dei bei disegnini, con dei bei
raccontini (meglio i disegnini, comunque, perché troppi
raccontini sono un po' troppo ini). Davanti una bella pila di
libri davvero belli, proprio quelli giusti da consigliare per le
vacanze estive. Nella mente un bell'espediente retorico che mi
faceva compiacere di me stesso al pensiero che avrei potuto
addentrarmi ancora una volta in quella che Orsetta Innocenti (in La
Letteratura giovanile, Laterza 2000) chiama felicemente
"la "terra di nessuno delle letture estive"
tenendomi ben alla larga dall'"odiato mucchio delle letture
scolastiche coatte", come dice ancora la Innocenti (la quale
fa più che trapelare, dalla pur strettissima gabbia delle ottanta
pagine del libretto citato, di essere dotata di notevole acutezza
di sguardo, ma voglio riparlarne). Sì, perché i libri che
intendevo consigliare - sì, sì, sono ancora lì, la piletta
davanti a me - hanno a che vedere con la musica e con
la
pittura, con l'arte e con la vita, sono acqua che salta e che
balla, altro che scuola. Si tratta infatti
delle
ultime poesie del grande Ted Hughes (La borsetta della sirena,
Mondadori); la riedizione de La foresta radice labirinto di
Italo Calvino (Mondadori); una scelta delle Fiabe campane
di Roberto De Simone, con le ironicamente perfide illustrazioni di
Altan (E.Elle); la nuova edizione - con splendide illustrazioni di
Franco Matticchio - di quel libro mirabile che è La casa
incantata di Furio Jesi; le Fiabe di Nazim Hikmet
dipinte da Fabian Negrin, Il nuvolo innamorato (Mondadori);
Due grilli e un flauto (Edizioni C'era una volta...) di
Patrizia de Rachewiltz dipinti da Pia Valentinis (caro Alfredo
Stoppa, editore C'era una volta..., perché non pubblichi come sai
fare tu tanti libri, molti dei quali illustrati dalla Valentinis?).
Ecco, sì, libri così, che possono leggere anche bambini e
ragazzi, senza dubbio, ma che avrei suggerito soprattutto agli
adulti, per mostrare ancora una volta cosa si possa perdere
qualora si rimanga invischiati nelle anguste stanze del
pregiudizio.
A
quegli stessi adulti mi apprestavo poi anche a sibilare che, oltre
a stare attenti di non privare di quelle delizie i loro figli o
allievi o amici più giovani, non
trascurassero
di incrementare le loro possibili felicità con alcuni libri
soltanto per loro, meno immediatamente e direttamente connessi
agli anni verdi. Che so?, Ombre sull'Hudson del grande
grandissimo
Isaac Bashevis Singer (Longanesi 2000), i saggi narrativi di
Antonetla Anedda (La luce delle cose. Immagini e parole nella
notte, Feltrinelli 2000), lo studio di Nicola Siciliani de Cumis
su Zavattini e i bambini. L'improvviso, il sacro e il
profano (Argo 1999), Danse macabre di Stephen King (Frassinelli
2000), o i luminosi saggetti di Peter Bichsel appena usciti presso
Marcos y Marcos, Questo mondo di plastica.
Stavo
appunto per cinguettare questi suggerimenti, quando ho sentito
suonare due volte alla porta. Chissà se per il suonare due volte
oppure perché mi echeggiava nella mente il saggio di chiusura del
libro di Bichsel (che si intitola Il postino), il fatto è
che ho subito pensato si trattasse del postino - il suo arrivo mi
stuzzica sempre molto, e così ho aperto senza esitazioni. Era
proprio il postino. Mi ha consegnato il solito pacco misto di cose
piacevoli inutili e dannose, io l'ho guardato con le mie solite
tre facce del caso e siamo tornati subito ai rispettivi mondi.
Nella
posta c'era anche l'ultimo numero di "Liber", la davvero
bella rivista trimestrale della Biblioteca "Gianni Rodari"
di Campi Bisenzio, diretta con intelligenza e passione e
competenza autentiche dai bravissimi Domenico Bar
tolini e Riccardo Pontegobbi. Ho subito messo da parte tutto il
resto - certo, in nome di valori come l'amicizia, la curiosità in
tellettuale, l'apertura - anche perché fin dalla copertina era
annunciata una invitante tavola rotonda: Cosa conservare sugli
scaffali della biblioteca del Duemila? Classici che non hanno
perso il loro smalto e Libri contemporanei che saranno letti per
molto tempo ancora. E non solo, ma anche perché i
partecipanti alla tavola rotonda erano quattro studiosi autentici,
nonché amici carissimi nei confronti dei quali nutro davvero una
grande stima: Emy Beseghi, Roberto Denti, Walter Fochesato,
Fernando Rotondo.
Ho
letto avidamente le pagine della loro bella conversazione,
contento di avere accantonato tutto il resto, contento di questa
amicizia e del nutrimento che sempre ne ricevo. Li ho abbracciati
a lungo, tutti quanti, per molte ragioni.
Poi
un abbraccio speciale l'ho riservato a te, Fernando, perché hai
messo in evidenza Uri Orlev e il suo L'isola in via degli
uccelli; un altro abbraccio speciale a te, Roberto, per Mark
Twain; e un altro ancora a te, Walter, per Il vento nei
salici di Kenneth Grahame. E a te, Emy, un abbraccio
specialissimo, perché oltre che di Pinocchio e di Collodi hai
detto di Ted Hughes, di Carmen Martin Gaite, di Amos Oz, degli
israeliani.
Però vi aspetto tutti e quattro, domani, a
mezzogiorno, dietro il convento delle Carmelitane, armati di
giustificazioni adeguate del non avere mai - in sette pagine,
quattordici colonne, sessantasei interventi -, del non avere mai,
nemmeno di sfuggita, neppure nominato quel grande tesoro, quella
grande isola di tesori che ci ha cantato Stevenson.