Figure di fiaba. Un dizionario rubrica Leggere negli anni verdi école |
Pur
ben consapevole del rischio di passare per un brontolatore
attardantesi in chiusure campanilistiche e autarchiche, dichiarerò
ufficialmente di non capire in nome di quale doloroso mistero sia
non solo possibile ma quasi inevitabile leggere mediocri storie di
autori mediocri mediocremente tradotte da lingue d'Ognidove e sia
invece impossibile leggere, per esempio, perle di limpida lingua
italiana come le bellissime fiabe di Tommaso Landolfi o quel capolavoro
che è Penny Wirton e sua madre di Silvio D'Arzo. Dichiarerò
anche di non capire per quale perversa ragione ci si debba privare
della conoscenza di personaggi come Vardiello, Peruonto, Zezolla e
soprattutto della caleidoscopicamente lussureggiante lingua del loro
autore, Giambattista Basile. Saranno
forse ragioni analoghe a quelle per cui pittori come Lorenzo
Mattotti e Roberto Innocenti hanno pubblicato le loro
illustrazioni in Francia, in Canada, in Germania, in Ognidove...
finché poi sono stati scoperti e dopo qualche anno Di
quali e quante ricchezze siano dotate la lingua e la cultura italiane
è ulteriore riprova un bellissimo, prezioso libro pubblicato
recentemente da Meltemi nella collana "Gli Argonauti"
diretta da Luigi M.Lombardi Satriani: Dizionario della fiaba, a
cura di Gian Paolo Caprettini, Cristina Carlevaris, Alessandro
Perissinotto e Paola Osso. Si tratta, come opportunamente informa
il sottotitolo del libro, di un contenitore di simboli,
personaggi, storie delle fiabe regionali italiane. Quei
diciotto volumi hanno costituito il materiale di studio che ha
portato a questo Dizionario. Un dizionario suddiviso non già per
lemmi bensì per "unità figurative", ossia quei
contenuti, quelle entità riconducibili a dati sensibili, non
astratti, figurativizzabili: il vino, la pentola, la spada, il
pastore, l'aquila, la tovaglia, il principe, il vento, il sole, il
serpente, e, per esempio, la morte o la fortuna, non come eventi
ma in quanto personificate. Ne è risultata una miniera di per Di
particolarissimo interesse è la voce "Maestra", nella
quale si scopre che "la figura della maestra, pur ricorrendo
in un Questo,
ovviamente, non toglie nulla al prezioso valore del Dizionario,
tanto più che si tratta di un'opera ispirata da sentimenti
nobili. Scrive infatti Gian Paolo Caprettini nell'introduzione:
"dobbiamo rispettare la fiaba, sia per il fatto che in essa
si è depositato un sapere tradizionale di cui non dobbiamo
perdere consapevolezza, sia nel senso di non tradirla, di non |