Un bambino e il suo papà

rubrica Leggere negli anni verdi

école febbraio 2000

                                                                                                           

Che David Grossman sia un grande scrittore lo sappiamo, in Italia, dal 1988, anno in cui il compianto Gaio Sciloni tradusse per la Mondadori lo splendido Vedi alla voce: amore. Negli anni seguenti non se ne ebbero altro che conferme, dall'importante e coraggioso Il vento giallo ai bellissimi racconti di L'uomo che corre, dal fascinoso Il sorriso dell'agnello alla meraviglia de Il libro della grammatica interiore fino al più recente Che tu sia per me il coltello. Tutti libri di grande spessore, di forza profonda.

Nel 1996, poi, Sarah Kaminski e Elena Loewenthal tradussero, sempre per Mondadori, . Ci sono bambini a zigzag, che a me sembrò subito, e continua a sembrare, L'isola del tesoro del Novecento. Sì, perché Ci sono bambini a zigzag è un libro che, come diceva Attilio Bertolucci a proposito di Penny Wirton e sua madre di Silvio D'Arzo, "andrà collocato fra L'isola del tesoro e Huck Finn: che stanno sia nella biblioteca dei ragazzi che in quella dei grandi. Libri sfuggenti e alati, possono spostarsi dall'una all'altra perché hanno la natura di Ariele". Un libro che tra un po' di anni potrebbe davvero accendere quei bagliori negli occhi di cui Grossman racconta in Che tu sia per me il coltello: "Almeno una volta al giorno qualcuno solleva la testa dalla pila dei libri e mi si avvicina. Dovresti vedere il suo sorriso mentre mi mostra quello che aveva cercato per anni! Quasi sempre si tratta di un libro che aveva letto durante l'infanzia, probabilmente questa è la sola cosa in grado di accendere una scintilla negli occhi della gente". Certo, non è un libro che possa essere letto proprio "durante l'infanzia", da bambini piccoli, ma da ragazzi sì, e anche, e con piacere moltiplicato, ad alta voce a un ragazzo da un adulto di buona volontà.

Ma da un paio di mesi c'è un altro libro di Grossman che, pur non essendo del livello di Ci sono bambini a zigzag, è un bellissimo libro da bagliori negli occhi presenti e futuri: un bellissimo libro pienamente appartenente alla cosiddetta letteratura per l'infanzia, apprezzabilissimo anche da lettori adulti, leggibilissimo anche autonomamente da parte di un bambino. Si tratta di Un bambino e il suo papà, pubblicato da Monda dori nella collana "Contemporanea". Sono sei storie che raccontano di Itamar e suo padre alle prese con paure e desideri e gioie e magie e sogni in complicità leggera quanto profonda. I primi quattro racconti, tradotti da Giorgio Voghera, riposi in pace, erano già usciti in un libretto della collana "Junior" intitolato Le avventure di Itamar, gli altri due compaiono qui per la prima volta nella traduzione dell'infaticabilmente bravissima Elena Loewenthal (che mi piace ricordare anche per le ottime cure che va prestando alla pubblicazione presso Adelphi di Le leggende degli ebrei di Louis Ginzberg, di cui è uscito recentemente il terzo volume: Giuseppe. I figli di Giacobbe. Giobbe).

Non intendo certo raccontare qui in sminuente sintesi le storie di Itamar; di una soltanto voglio sottolineare un aspetto esemplare. Si tratta della terza storia, Ita mar incontra una lepre. Itamar è un bambino a cui piacciono molto gli animali, e non teme nemmeno i più feroci. Di uno solo ha un sacro terrore: la lepre. Non vuole nemmeno sentirla nominare, non sfoglia nemmeno un libro che la raffiguri, se passa davanti alla sua gabbia al giardino zoologico si copre gli occhi con le mani. "Itamar pensa: "La lepre è un animale molto pericoloso". Gli passano anche per la testa pensieri come questo: "La lepre è un animale grande come l'elefante e ha denti in tutto il corpo. Perfino sulla coda". È sicurissimo che le lepri sbranano i bambini". Un giorno va a fare una passeggiata con i genitori. Arrivati a un boschetto, papà e mamma si siedono su una pietra a parlare e Itamar va dietro un cespuglio a giocare con dei sassolini. "D'un tratto arriva di corsa un cosa piccolo piccolo e tanto grazioso e quasi si scontra con Itamar. Tutti e due si spaventano e gridano assieme: "Mamma mia!". Il coso piccolo piccolo e tanto grazioso guarda Itamar. Ha una pelliccia bruna, una coda molto corta, lunghe orecchie e un muso piccolo. Il musetto trema un po' dalla paura. "Chi sei?" chiede il cosa. "Sono Itamar" risponde il bam bino. "Meno male!" dice il coso. "Temevo che fossi un bambino". "Ma che c'è da aver paura?" dice Itamar meravigliato. "Ho tanta paura dei bambini" spiega il coso piccolo piccolo, e fa un saltello "e dovresti stare attento anche tu, perché i bambini sono molto pericolosi!". "Macché" dice Itamar. "Sì che è vero" dice il coso, avvicinando le lunghe orecchie. "Mi hanno detto che sono molto pericolosi e che sbranano le lepri". "Non sbranano nessuno" dice Itamar. "Mangiano le solite pietanze e qualche volta non hanno nemmeno appetito". "Sono molto cattivi" dice il coso con la pelliccia bruna, e si guarda attorno impaurito. "Sono grandi come... come... forse come elefanti. Sì. E hanno denti dappertutto. Hanno denti perfino sulla coda"."

Poi Itamar e il coso piccolo piccolo rivelano le rispettive identità, e questo provoca a entrambi un sussulto notevole; ma la rassicurazione, oltre che dalla reciproca simpatia, viene dal controllo di dove si trovino i loro denti e dalla prova delle rispettive micidiali formule antidrago. Naturalmente continuano a parlare e giocare, e quando si lasciano per tornare a casa è solo perché hanno importanti occupazioni cui dedicarsi nell'attesa del prossimo incontro, cresciuti e felici.

Certo, non si tratta di una prodigiosa sinfonia per coro e orchestra come Ci sono bambini a zigzag, ma di un bellissimo concerto per flauto, archi e basso continuo. E quando una rivista mi ha chiesto quali ritenessi i cinque migliori libri per bambini e ragazzi (da zero a quattordici anni) del 1999, non ho esitato a indicare - oltre alla nuova edizione di Una notte di Hanukkah (Einaudi Ragazzi) di Isaac Bashevis Singer, ai racconti di Chaim Potok (Zebra e altre storie, Garzanti), a Cappuccetto Rosso a Manhattan (Mondadori) di Carmen Martin Gaite, a Una pantera in cantina (Fabbri) di Amos Oz - anche questo delizioso Bambino e il suo papà.