L'età d'oro

rubrica Leggere gli anni verdi

école dicembre 1994

                                                                                                           

    Certo, ognuno si decora la vita come vuole, seguendo propri impulsi e propri gusti, e non voglio esser io a bollare d' infamia chi, per esempio, preferisca andarsene in giro seguendo il corso di uno «impassibile e flemmatico» o avendo per sola compagna una «pallida inespressiva», No, non bollerò d'infamia. Soltanto mi limiterò a non tacere e a non mascherare il mio compiacimento nei confronti di chi invece senza esitare segua il seducentissimo invito che dica: «Prendimi come tua guida, oggi (...). Io che sferzo le cantonate all'impazzata, mi placo e mi dissolvo, e poi riprendo lena e di nuovo imperverso! Io posso farti ballare alla musica più bella e più incomparabile; perché sono colui che è forte e capriccioso, il signore del disordine. e io soltanto sono irresponsabile e senza princìpi, e non obbedisco a nessuna legge».

   No, non emetterò bolle d'infamia, ma nemmeno maschererò le mie predilezioni inequivoche. E dirò chiaramente che, nella scelta tra il flemmatico e impassibile sole, la pallida inespressiva luna e colui che può «farti ballare alla musica più bella e più incomparabile», non mi assale, e nemmeno per sbaglio, il pur minimo dubbio: sono incondizionatamente, per partito preso, dalla parte dell'anarchico caleidoscopico sinfonico abracadabrantesco vento.

   Quasi altrettanto incondizionatamente sono dalla parte di Kenneth Grahame, che - oltre al bellissimo, e in Italia pressoché sconosciuto, Il vento nei salici - ha scritto anche proprio il libro da cui è tratto il seducentissimo invito del vento citato poco fa: L'età d'oro.

   E però, a parte il libro di Grahame, del 1895 e pubblicato da Adelphi nel 1984, che cosa sarà mai - e penso non alla Favola, bensì alla Storia -, che cosa sarà mai oggi «l'età d'oro», se quella che dovrebbe esser tale la è molto dentro la dimensione favolosa ma molto poco dentro quella storica? E questo annche per le infinite tristezze, le infinite volgarità, le infinite scorciatoie, le infinite banalizzazioni, l'infinito nutrimento del pessimo gusto.

   Ci sarà molto da pensare, e immaginare, e fare, per lungo tempo, in profondità, circa il cosa sia l'età d'oro, e con molta attenzione alle infinite dorature che si susseguono sulle infanzie storiche delle nostre opulente e progredite città e congiurano a soffocarne il cuore favoloso svilendolo e smorzandolo in una sempre più pallida eco.

   Un aiuto importante proviene ora fortunatamente da un'altra «età d'oro». Così si chiama infatti una nuova collana delle Edizioni C'era una volta. Di questa piccola casa editrice dirò subito che si trova a Pordenone, in Corso Garibaldi 19/b (te\. 0434/ 20556). Dirò subito questo perché si tratta di una casa editrice che non gode di una distribuzione particolarmente capillare ma pubblica libri che dovrebbero invece arrivare davvero ovunque. Sono libri bellissimi, di estremo rigore nella cura e nella stampa, splendidamente illustrati.

   A me, per guardare a questa casa editrice con ammirazione e gratitudine ben più che affettuose, basta pensare che ha pubblicato finalmente in italiano quel capolavoro straziante e bellissimo che è Rosa Bianca di Roberto Innocenti. Ma devo subito aggiungere che, sempre con le tavole di Innocenti, ha pubblicato anche una straordinaria edizione del Canto di Natale di Dickens e un altrettanto straordinario Pinocchio. Ma poi, bellissimi, ci sono anche i lavori di Lisbeth Zwerger, che ha illustrato tra l'altro diverse fiabe di Andersen, dei Grimm, le filastrocche di Morgenstern, il Nano Nasaccio di Hauff, lo stupendo Il dono dei magi di O.Henry, Lo schiaccianoci di Hoffmann (e sarà imbarazzante scegliere tra i due quando del racconto di Hoffmann uscirà l'edizione illustrata da Innocenti). E poi c'è il grande Josef Palecek, illustratore de I musicanti di Brema dei Grimm. E poi Valeria Della Valentina, Nicoletta Costa, Kveta Pacovskà. Un catalogo che è una galleria d'arte.

   E ora «L'età d'oro». La nuova collana, contrariamente alla consuetudine di C'era una volta, offre molto più spazio ai testi, si è avviata con un grande libro di Hoffmann, Il bimbo misterioso, con nove tavole di Lisbeth Zwerger, e sono in preparazione libri di Mark Twain, Oscar Wilde, Cristallo di rocca di Stifter. Potrebbe anche bastare; ma, almeno per noi adoratori del vento, c'è un'ulteriore letizia. Il secondo titolo della collana è infatti, tradotto per la prima volta, Il signor Vento e la signora Pioggia, di Paul de Musset, ennesima ma sempre gradita variante della fiaba dei doni magici che dispensano ricchezze e bastonate.

   Certo, ognuno si decora la vita come vuole, ma io direi che con libri come questi, al di là dell'anagrafe, il tempo in cui li leggi si fa d'oro davvero. Ti fa d'oro davvero. Sempre che soffi vento, beninteso.