Un cardellino non è altro che un cardellino

 

Essendo molte le varietà di cardellini dipinti che se ne stanno da soli, sentiamo l'urgenza di definirli complessivamente con il nome generico di Carduelis isolata, un raggruppamento nel quale si possono, alla bisogna, far confluire sia diversi tipi rinascimentali di Carduelis familiaris sia la maggior parte dei Carduelis profetica, senza contare che anche molti Carduelis ambigua, come è assolutamente naturale, hanno tendenze solitarie. Per molti di questi cardellini la solitudine è un modo di drammatizzare la propria funzione simbolica, ma ci sono quelli che lo fanno per equilibrare formalmente le composizioni (Carduelis isolata aesthetica) e soprattutto quelli che hanno perduto ogni cosa, salvo sé stessi e che perciò stanno nei quadri per far capire come sono fatti esteriormente. Questi ultimi sono Carduelis isolata non tanto perché sono fisicamente isolati (perché anzi spesso abitano le composizioni insieme con altri animali e piante) ma perché non hanno altro obiettivo che la descrizione di sé stessi, un'indipendenza che si paga in genere con una perdita irrimediabile di espressività. Al punto da meritare una denominazione specifica: Carduelis tecnica (Carduelis carduelis picta isolata tecnica).

Benozzo di Lese (Benozzo Gozzoli) (1421-1497), Cavalcata dei Magi, parete occidentale, Affreschi in Palazzo Medici Riccardi (1469-1454), Firenze, Palazzo Medici Riccardi

 

Miniatore umbro (Angelo Maria Colombini?) (attivo nel XVII secolo), Cardellini su ramo di corbezzolo, tempera su pergamena, cm 17,5 x 22,5, Perugia, Biblioteca Augusta

 

Antonio Pisano (Pisanello) (1395 ca.-1455), Cardellini (foglio: Tordo e cardellini), Parigi, Louvre


 

Giovannino de' Grassi, Taccuino di disegni (Foglio 13v), Bergamo, Biblioteca Civica

 

Anonimo del XVIII sec. (Angelo Maria Colombini?), Uccelli, insetti, fiori, frutta, tempera su pergamena, cm 15,2x21,3

 

Robert Mudie,Bulfinch, Goldfinch, Jay, The Featered Tribes, London, Whittaker & Co

Christian Sepp, Nederlandsche vogelen (Cornelius Nozeman, Martinus Houttuyn) (1770), frontespizio, stampa colorata a mano, Amsterdam, collezione privata

 

Maurice J. Pledger, Garden Birds, Goldfinch (1983), Dragon's World Book, Limpsfield and London

 

Raymond Watson, Goldfinches

Basil Ede, Goldfinch (1965), Birds of Town and Village, Country Life Books

 

John Gould, Carduelis elegans (1863), stampa colorata a mano, CELIV, Paris

 

Eleutherios Rantos, Karderina (1988), Moraitis school, Atene

Non ci si può fermare

 

Ci si potrebbe anche fermare qui, magari per tuffarsi e rituffarsi nelle storie di Basile, nella sua lingua prodigiosa. Ma fermarsi non è ancora possibile, perché, come ha scritto Luigi Dommarco (e il Maestro Guido Albanese l'ha ribadito in musica), oltre a lu pavone, lu gallinacce e la ciaramelle, Vola vola vola pure lu cardille, e «nu vasce a pizzichille / ne' mme le puo' negà».

 

E poi perché se si può forse sorvolare sul fatto che nel 1944 Claudio Villa ha debuttato con una canzone intitolata Il cardellino, non si deve ignorare che Thomas S.Eliot in Cape Ann dice:

 

«(...) Segui la danza

del cardellino d'oro a mezzogiorno.»

 

E in questa danza si incontrano i cardellini citati da Thomas Hardy, Edward Thomas, Samuel Coleridge, John Keats, Victor Hugo; il «gaio cardellino» di cui parla Stephane Mallarmé in Mysticis umbraculis; il «cardellino che dava i numeri del lotto» e in quanto tale costituiva una delle attrazioni della compagnia di comici che compare nella novella di Giovanni Verga Quelli del colera; il cardellino che «svola plora rivola / da un nudo biancospino / a una deserta aiuola» di una poesia di Sebastiano Satta. E poi si scopre che nell'elegia In morte di Amaritte Ugo Foscolo dice di Marietta de' Medici, morta a ventidue anni il 12 dicembre 1794, che «Erano gli occhi suoi caro e modesto / raggio di luna, era il parlar gentile / giojoso cardellino appena desto», o che Nanni Balestrini dice che Amelia Rosselli «è bella di fuori così come di dentro / e ogni suo canto dice dolcemente / proprio come farebbe un cardellino».

E poi a me piace evidenziare che Herman Melville, cioè l'autore del primo libro della mia Bibbia personale, Moby Dick, parlando di un personaggio come Billy Budd dice a un certo punto che «Billy non mosse obiezioni. È pur vero tuttavia che qualsiasi obiezione sarebbe stata vana quanto la protesta di un cardellino chiuso in gabbia» (ma chi legga il racconto nella traduzione di Eugenio Montale incappa nella vana protesta di un "canarino").

Ma c'è anche Giuseppe Ungaretti, che in Agonia auspica

 

«Morire come le allodole assetate

Sul miraggio

 

O come la quaglia

Passato il mare

Nei primi cespugli

Perché di volare

Non ha più voglia

 

Ma non vivere di lamento

Come un cardellino accecato».

 

Ma ancora bisogna annotare che abbiamo a che fare con un essere dalle risorse davvero inaspettate, come si apprende da una fiaba marchigiana raccontata da Italo Calvino, Gallo cristallo:

 

«C'era una volta un gallo che andava girando per il mondo. Trovò una lettera per strada, la raccolse col becco, la lesse; diceva: Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa, uccellino cardellino, andiamo alle nozze di Pollicino.

Il gallo si mette in cammino per andarci, e dopo pochi passi incontra la gallina: Dove vai, compare gallo?

Vado alle nozze di Pollicino.

Ci vengo anch'io?

Se ci sei nella lettera . E ci guarda; legge: Gallo cristallo, gallina cristallina... Ci sei, ci sei: allora, andiamo.

E si mettono in viaggio tutti e due. Dopo un altro po' incontrano l'oca. Oh, comare gallina e compare gallo, dove andate?


Andiamo alle nozze di Pollicino.

Ci vengo anch'io?

Se ci sei nella lettera, e il gallo riapre la lettera e legge: Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa... Ci sei; e andiamo!

Cammina cammina tutti e tre, ed incontrano l'anatra. Dove andate, comare oca, comare gallina e compare gallo?

Andiamo alle nozze di Pollicino.

Ci vengo anch'io?

E sì, se ci sei . Legge: Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa... Ci sei; e be', vieni anche tu!

Dopo un altro po' incontrarono l'uccellino cardellino. Dove andate, comare anatra, comare oca, comare gallina e compare gallo?

Andiamo alle nozze di Pollicino.

Ci vengo anch'io?

E sì, se ci sei! Riapre la lettera: Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa, uccellino cardellino... ci sei anche tu . E si misero in cammino tutti e cinque.

Ecco che incontrarono il lupo, e anche il lupo chiese dove andavano.

Andiamo alle nozze di Pollicino, rispose il gallo.

Ci vengo anch'io?

Sì, se ci sei! e il gallo rilesse la lettera, ma il lupo non c'era.

Ma io ci voglio venire! disse il lupo.

E quelli, per paura, risposero: ... E andiamo.

Fatti un altro po' di passi, il lupo disse tutt'a un tratto: Ho fame.

Il gallo gli rispose: Io da darti non ho niente...

Allora mi mangio te! e il lupo spalancò la bocca e se lo inghiottì sano sano.

Dopo un altro po' di strada, ripeté: Ho fame . La gallina gli rispose come aveva risposto il gallo, e il lupo s'ingollò anche lei. E così fece con l'oca e così con l'anatra.

Rimasero soli il lupo e l'uccellino. Il lupo disse: Uccellino, ho fame!

E che vuoi che io ti dia?

Allora mi mangio te! Spalancò la bocca... e l'uccellino gli si posò sulla testa. Il lupo si sforzava d'acchiapparlo, ma l'uccellino svolazzava di qua, svolazzava di là, saltava su una frasca, su un ramo, poi tornava sulla testa del lupo, sulla coda, e lo faceva ammattire. Quando il lupo si fu stancato per bene, vide lontano venirsene una donna con una canestra sulla testa, che portava da mangiare ai mietitori. L'uccellino chiamò il lupo: Se mi salvi la vita, io ti faccio fare una mangiata di tagliolini e carne, che quella donna porta ai mietitori. Perché lei, quando mi vedrà, mi vorrà acchiappare, io volerò via e salterò da una frasca all'altra. Lei poserà la canestra per terra, e tu potrai mangiarti tutto.

Difatti, venne la donna, vide l'uccellino così bello, e subito stese la mano per pigliarlo, ma quello s'alzò un tantino. La donna posò la canestra e gli corse dietro. Allora il lupo andò alla canestra e mangiò.

Aiuto! Aiuto! grida la donna. Arrivano tutti i mietitori, chi con la falce, chi col bastone, saltano sul lupo e l'ammazzano. Dalla pancia saltano fuori sani e salvi il gallo cristallo, la gallina cristallina, l'oca contessa, l'anatra badessa, e insieme all'uccellino cardellino vanno alle nozze di Pollicino.»

 

E poi c'è anche un racconto di Bonaventura Tecchi, Il canto degli uccelli, nel quale c'è il principe Ruvenzori che, «fino a quando (...) non avesse scoperto un certo segreto, mai avrebbe dovuto finire di camminare e di viaggiare». Il principe Ruvenzori e il suo segretario vanno e vanno, sentono uccelli cantare, consultano il libro per fugare ogni dubbio sull'identificazione degli uccelli ascoltati, vanno e vanno. Un giorno arrivano in un boschetto e sentono un canto sopra la loro testa.

«Era un canto sottile, quasi un bisbiglio di fili lucenti al vento, in cui non c'era posto per un vero e proprio gorgheggio: uno svolìo, un giuoco delicato di suoni quasi fra gola e penne, che pareva svanire nell'aria. Ma l'esserino, che quel canto modulava, aveva le penne ben chiare, listate d'oro e di verde come il nastro di seta intorno alla testa del principe, e un che di rosso nel capo sottile, nel corpo snello.

"È il cardellino", disse il principe; "curioso che da noi i cardellini si vedono quasi sempre in pianura svolare intorno ai fiori grossi dei cardi".

Fu il cardellino, dal breve volante bisbiglio, che condusse i due viandanti in un altro bosco. Più ampio. Una specie di valletta, piena di querce alte e di cespugli brevi, di carpini e di rovi. Anche questo stava scritto nel libro. Che a un certo punto del loro viaggio un cardellino li avrebbe condotti, quasi come una guida, in mezzo agli uccelli e che a un dato momento il cardellino si sarebbe messo perfino a parlare.»


E infatti poi il cardellino parla, e fa loro da guida, e racconta la storia di ognuno degli uccelli e dei loro canti, e dice cose che inutilmente il principe cerca nel libro.

 

 

Sì, ci sono cose degli uccelli, dei canti, delle voci, della vita che nei libri non riescono ad esserci, non possono esserci. E allora, forse, ci si dovrebbe fermare. Però non è ancora possibile, bisogna andare ancora. Andare, anche con le parole di Frantisek Halas che, nel 1939, con il suo paese occupato dai nazisti, scriveva una bellissima prosa intitolata Io vi tornerò in cui tra l'altro diceva:

 

«Ricorderò la sorella gazza, la sorellina allodola crestata, e quanto agli altri, quadrupedi e saltelloni, mi rincresce che non siano più vicini, perché forse anche una predica potrei mettere insieme e un boccone si troverebbe per tutti. Ci canzoneremo a vicenda:

Bisunta cinciazzurra

unticci pendolini

la silvia ora sussurra

che siete dei cretini

Oppure attaccheremo altri motivi sull'organetto. Per esempio:

Alla ghiandaia in un cestino

porremo un cerùleo pugnale

Trovalo tu cardellino

ma bada a non farti male

Correre, correre e ruzzare con loro, rotolarsi come un cucciolo sulla neve vista per la prima volta. Ma il mondo invecchia e la paura è posta tra quelli e me.»

 

Sì, il mondo invecchia, e sempre nuove paure si pongono «tra quelli e me». E così nemmeno ora ci si può fermare, né qui né fuori, perché il "fuori" è anche qui e anche questo "qui" appartiene al fuori. Al mondo. Che invecchia. E che impaura. E bisognerebbe invece salvarlo, il mondo. Ma chi potrà salvarlo?

 

In uno dei capolavori assoluti di tutti i tempi e di tutti i paesi, Il mondo salvato dai ragazzini, Elsa Morante indicava come possibili salvatori del mondo i "ragazzini" e parlava del Pazzariello, girovago suonatore di ocarina nato dallo sposalizio d'un'asina con un chicco di grandine sotto il Diluvio Universale. Ma qui del Pazzariello non dirò nulla, perché tutto il libro dev'essere letto; una cosa soltanto non posso non dire: questa: che il Pazzariello, insidiato e perseguitato da ogni potere

 

«e posto, per un ovvio criterio

profilattico, in gabbia,

tosto identificàvasi in un cardellino».


 

 

 

 

Nota bibliografica

(si indica la data della prima edizione del testo citato e gli estremi dei volumi effettivamente utilizzati)

 

1. Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe, [1812-1815], tr. di Clara Bovero, Einaudi, Torino 1970.

2. Italo Calvino, Fiabe italiane, [1956], Einaudi, Torino 1971.

3. Aleksandr N.Afanasjev, Antiche fiabe russe, [1855-1864], tr. di Gigliola Venturi, Einaudi, Torino 1974.

4. Herman Melville, Bartleby lo scrivano, [1853], tr. di Enzo Giachino, in Herman Melville, Billy Budd e altri racconti, a cura di Enzo Giachino, Einaudi, Torino 1992.

5. Fiabe mantovane, raccolte da Isaia Visentini, Torino 1879 [Vol. VII dei Canti e racconti del popolo italiano]

6. Giancorrado Barozzi (a cura di), Ventisette fiabe raccolte nel Mantovano, Milano 1976.

7. Carlo Emilio Gadda, Il primo libro delle favole, [1952], Garzanti, Milano 1976.

8. Anton Cechov, Il violino di Rotsild [1894], tr. di Giovanni Faccioli, in Anton Cechov, Racconti e teatro, a cura di Maria Bianca Luporini, Sansoni, Firenze 1977.

9. Torgny Lindgren, Il sentiero del serpente sulla roccia, [1982], tr. di Fulvio Ferrari, Il Quadrante, Torino 1987.

10. Umberto Saba, Il Canzoniere [1900-1954], Einaudi, Torino 1974.

11. Giacomo Leopardi, Tutte le opere, a cura di Walter Binni e Enrico Ghidetti, Sansoni, Firenze 1976.

12. George Orwell, Tra sdegno e passione, a cura di Enzo Giachino, Rizzoli, Milano 1977. Cfr. anche George Orwell, Nel ventre della balena e altri saggi, a cura di Silvio Perrella, Bompiani, Milano 1996.

13. Vladimir Majakovskij, Opere, a cura di Ignazio Ambrogio, Editori Riuniti, Roma 1972.

14. Lorenzo Milani-Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

15. Giovanni Pascoli, Canti di Castelvecchio, [1903], in Giovanni Pascoli, Poesie, a cura di Augusto Vicinelli, Mondadori, Milano 1997.

16. Anna Maria Ortese, Il cardillo addolorato, Adelphi, Milano 1993.

17. Paolo Bertolani, Seinà, Einaudi, Torino 1985.

18. Nico Orengo, Canzonette, Einaudi, Torino 1981.

19. Rafael Sánchez Ferlosio, Relitti, [1993], tr. di Danilo Manera, Garzanti, Milano 1994.

20. Jules Renard, Storie naturali, [1896], tr. di Massimo Bontempelli, Einaudi, Torino 1977.

21. Leonardo da Vinci, Bestiario e favole, TEA.

22. Leonardo, Favole e leggende, trascritte da Bruno Nardini, Giunti-Nardini, Firenze 1972.

23. Federigo Tozzi, Bestie, [1917], Guanda, Parma 1979.

24. Pier Paolo Pasolini, L'usignolo della Chiesa cattolica, [1958], Einaudi, Torino 1976.

25. Luigi Pirandello, Il gatto, un cardellino e le stelle, [1917], in Novelle per un anno, a cura di Pietro Gibellini, Giunti, Firenze 1994.

26. Pablo Picasso, Scritti, a cura di Mario De Micheli, SE, Milano 1998.

27. Guido Gozzano, La morte del cardellino, in Guido Gozzano, Poesie, a cura di Edoardo Sanguineti, Einaudi, Torino 1973.

28. Farid ad-din 'Attar, Il verbo degli uccelli, [tra 1100 e 1200], a cura di Carlo Saccone, SE, Milano 1986.

29. Arsenij Aleksandrevic Tarkovskij, Il miracolo del cardellino. Racconto di borgata, [1977], tr. di Donata De Bartolomeo.

30. Osip Mandel'stam, Quaderni di Voronez, [1936], tr. di Maurizia Calusio, Mondadori, Milano 1995

31. Luigi Capuana, Cardello, [1907], Sandron, 1965.

32. Luigi Capuana, C'era una volta... Fiabe, [1902], in Luigi Capuana, Tutte le fiabe, a cura di Maurizio Vitta, Mondadori, Milano 1983.

33. Giambattista Basile, Lo cunto de li cunti, [1634-1636], tr. di Benedetto Croce, Laterza, Bari 1974; tr. di Michele Rak, Garzanti, Milano 1986.

34. Thomas S.Eliot, Landscape, [1935], in Thomas S.Eliot, Poesie, tr. di Roberto Sanesi, Mondadori, Milano 1971.

35. Giovanni Verga Quelli del colèra, [1887], in Giovanni Verga, Tutte le novelle, a cura di Carla Riccardi, Mondadori, Milano 1986.

36. Sebastiano Satta, Canti barbaricini, a cura di Anna Luce Lenzi, Mucchi, Modena 1992.

37. Ugo Foscolo, Tutte le poesie, a cura di Ludovico Magugliani, Rizzoli 1952.

38. Nanni Balestrini, Le avventure complete della signorina Richmond, Scheiwiller.

39. Herman Melville, Billy Budd, tr. di Massimo Bacigalupo, in Herman Melville, Gente di mare, a cura di Massimo Bacigalupo, Mondadori 1988. La traduzione di Eugenio Montale venne pubblicata da Bompiani nel 1942; in seguito è stata più volte ristampata, presso vari editori. Cfr. Herman Melville, Opere scelte, vol. II, a cura di Claudio Gorlier, Mondadori 1975.

40. Giuseppe Ungaretti, L'allegria, [1914-1919], Mondadori 1992.

41. Bonaventura Tecchi, Storie di bestie, Bompiani 1964.

42. Frantisek Halas, Imagena, [1939], tr. di Angelo Maria Ripellino, Einaudi 1971.

43. Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini, [1968], in Elsa Morante, Opere, a cura di Carlo Cecchi e Cesare Garboli, Mondadori 1990.


 

 

Brani musicali citati

 

· Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 6 in fa maggiore (Pastorale) op. 68 (1808)

· Gustav Mahler, Sinfonia n. 1 in re maggiore (1888)

· Olivier Messiaen, Catalogo degli uccelli, per pianoforte e orchestra (1953)

· Olivier Messiaen, Uccelli esotici, per pianoforte e piccola orchestra (1956)

· Olivier Messiaen, San Francesco d'Assisi, scene francescane in tre atti e otto quadri su libretto proprio (1983)

· Ottorino Respighi, Gli uccelli, suite per piccola orchestra (1927)

· Nikolaij Rimskij-Korsakov, Il gallo d'oro, opera fantastica in un prologo e tre atti su libretto di Vladimir Bel'skij, dalla fiaba omonima di Aleksandr Puskin (1909)

· Robert Schumann, Waldszenen, suite pianistica (1848-1849)

· Richard Strauss, La donna senz'ombra, opera in tre atti su libretto di Hugo von Hofmannsthal (1919)

· Igor Stravinskij, L'uccello di fuoco, balletto (1911)

· Igor Stravinskij, L'usignolo, fiaba musicale in tre atti su libretto proprio e di Stepan Mitusov, da Andersen (1914)

· Heitor Villa-Lobos, L'uccello incantato, poema sinfonico (1917)

· Antonio Vivaldi, Concerto in re maggiore (Il gardellino), per flauto traverso, oboe, violino, fagotto e basso continuo, n. 3 op. 10 (1729-1730)

· Richard Wagner, Sigfrido, seconda giornata della tetralogia L'anello del Nibelungo, in tre atti (1876)

 

 

 

 

* Collaborazione alla ricerca iconografica: Rosa De Rosa

 

école

 

nuove edizioni romane

 

l'ancora del mediterraneo